· 

Risparmio vocale e dispositivi per videochiamata

scritto in occasione della
Giornata Mondiale della Voce 2020

Dalle videochiamate di Whatsapp, a Skype, Meet o Zoom: è sempre più diffuso l’utilizzo di software che ci permettono di lavorare o seguire lezioni in videoconferenza e di effettuare videochiamate con amici e parenti. Negli ultimi anni, con l’arrivo degli smartphone, l’utilizzo di queste risorse è aumentato esponenzialmente.

In alcuni casi sono diventate preziosi facilitatori per telelavoro e incontri a distanza; in altri casi, sono divenute strumenti indispensabili per portare avanti l’attività lavorativa e formativa, ma anche ricreativa e sociale (come nel distanziamento sociale imposto dalla pandemia Coronavirus).

 

 

 

La facilità estrema che caratterizza l’accesso a queste applicazioni e il loro utilizzo può portarci a ritenerle un mezzo a basso costo. In effetti la spesa si riduce essenzialmente a corrente elettrica e connessione internet, se consideriamo che i mezzi per le videochiamate sono già in possesso della stragrande maggioranza delle persone (ovvero smarthpone, tablet o computer) e che la maggior parte di questi software sono reperibili in rete e utilizzabili gratuitamente nelle loro versioni basic.

 

Un costo elevato, tuttavia, c’è: è quello a carico della nostra voce.
Perché ci stanchiamo vocalmente, dopo lunghe sessioni di lavoro in videoconferenza o videochiamate? Come possiamo sfruttare al meglio i dispositivi per videochiamate e i loro microfoni?

 

 

 

 

 

Perché alziamo la voce?

 

Gli strumenti dotati di microfono che lavorano in tecnologia wireless (senza fili) possono indurre il parlante ad utilizzare un volume più alto. E ciò non accade solo con le videochiamate, ma anche nell’utilizzo di altri strumenti wireless, come l’auricolare bluetooth o i sistemi hands free delle automobili.

 

Non avendo un microfono vicino a noi, automaticamente alziamo la voce: nulla di strano, stiamo di fatto mettendo in atto quello che faremmo con un interlocutore lontano, comportandoci secondo i codici della prossemica (la scienza che studia come comunichiamo in relazione allo spazio e alle distanze).

 

 

 

 

 

Il microfono

 

Se possediamo un microfono esterno, quindi, vale la pena di utilizzarlo: questo prezioso alleato, visibile e ben piazzato vicino alla nostra bocca, ci aiuterà a non comportarci come se chi ascolta fosse molto lontano. In alternativa possiamo sfruttare anche i più modesti auricolari dotati di microfono, come quelli che utilizziamo per le chiamate con lo smartphone. Più terremo l’auricolare vicino alla bocca e meno ci stancheremo; più lo manterremo saldo, evitando che penzoli e ci si strofini addosso, più eviteremo rumori e cambi repentini di volume.

 

 

 

Il microfono esterno, rispetto a quello incorporato del dispositivo, aiuta a ridurre riverberi, effetti “eco” e rumore ambiente. Se non possiamo utilizzare un microfono esterno, proviamo a ridurre il rumore presente nella stanza e a non allontanarci troppo dallo strumento utilizzato, così non saremo portati ad abusare della nostra voce.

 

 

 

 

 

Il controllo automatico del volume: amico o nemico?

 

Occorre tener presente che la maggior parte dei software per videochiamate e videoconferenze sono dotati di controllo automatico del volume. Per smartphone e tablet questa funzione non è sempre presente; quando lo è, risulta attivata di default e non modificabile. Al contrario, per le applicazioni desktop (installate sui computer) questa funzione può essere attivata o disattivata nella scheda delle impostazioni audio del programma utilizzato.

 

 

 

La funzione di regolazione automatica può esserci amica e nemica allo stesso tempo: se abbassiamo la voce e lasciamo che lo smartphone o il computer pensino ad aumentarne il volume, avremo l’opportunità di risparmiare vocalmente. Al contrario, se parliamo a gran voce, il software cercherà di ridurre il volume da noi usato, trattando l’eccesso di suono come fosse un rumore e comprimendolo: una fatica vocale decisamente sprecata.

 

 

 

 

 

Il feedback: un ritorno prezioso

 

Nelle impostazioni audio possiamo regolare il volume del microfono e il guadagno (cioè quanto il volume in ingresso viene ulteriormente amplificato dal software), controllando su una sorta di “pannello” (con lucine, barre…) quanto volume stiamo immettendo nel microfono. Giochiamo ad abbassare la voce parlando piano: vedremo abbassarsi il volume in ingresso, mentre il programma inizierà ad alzare automaticamente il volume per facilitare chi ci ascolterà.

 

Durante il nostro videoincontro potremo allora usare un volume di voce basso, lasciando qualche secondo di tempo al software perché inizi ad amplificarla per noi. Teniamo d’occhio eventuali indicatori di volume, se presenti: microfonini che si colorano e quadratini che si illuminano ci aiuteranno ad avere un costante ritorno, anche quando la nostra voce cambierà il suo volume.

 

 

 

Se invece non siamo sicuri che sul nostro dispositivo sia attivato un controllo automatico del volume, facciamo qualche prova prima del nostro incontro. Tentiamo di utilizzare una voce più bassa di quella che useremmo spontaneamente, e non vergogniamoci di chiedere ai nostri interlocutori se ci sentono: noi proviamo a spendere meno voce, saranno loro a dirci se il volume è sufficiente.

 

E la nostra voce, meno "spinta", sarà molto più piacevole da ascoltare a lungo.

 

 

 

 

 

Gli auricolari: danno da rumore e isolamento

 

Se l’ascoltatore utilizza gli auricolari o le cuffie, può sentire meglio chi sta parlando, perché anche lui riduce il volume ambiente intorno a sé. Esistono cuffie con microfono pensate proprio per l’attività di videoconferenza e videochiamata. Senza cuffie, possono verificarsi fastidiosi ritorni con effetti di eco e riverbero: tuttavia i software, nella maggior parte dei casi, riescono fortunatamente a controllare questo problema.

 

 

 

Non dimentichiamoci comunque che un uso prolungato di cuffie ed auricolari a volume medio-alto può causare danni all’udito: preferiamo quindi le cuffie, che non “bombardano” da vicino la membrana del timpano, come nel caso degli auricolari (che stanno dentro il condotto uditivo); proviamo inoltre ad abbassare il volume dei dispositivi di ascolto: a volte siamo solo distratti, o troppo abituati ad un volume alto da non accorgerci che ne basterebbe un po’ meno.

 

 

 

Ricordiamoci anche che cuffie ed auricolari moderni sono molto efficaci nell’isolarci dal rumore ambiente: così facendo, però, abbiamo meno ritorno e meno controllo su quale sia effettivamente il volume da noi utilizzato. Sentiremo meno la nostra voce, ci sembrerà più debole e probabilmente saremo portati ad usarla in modo più intenso.

 

Se stiamo usando cuffie o auricolari, quindi, stiamo ancora più attenti a non alzare la voce. Con gli auricolari, possiamo usarne uno solo (alternando le orecchie) così da sentire meglio la nostra voce, anche se inevitabilmente la qualità di ciò che ascoltiamo sarà in parte compromessa.

 

 

 

 

 

Chi parla? La buona comunicazione

 

I dispositivi, se ben sfruttati, ci possono aiutare, ma ricordiamoci che la fonte sonora che entra nei microfoni è la nostra voce, naturalmente soggetta a stanchezza o usura. Nel nostro lavoro in videoconferenza ricordiamoci allora dei buoni comportamenti per aver cura della nostra voce e per una buona ed efficace comunicazione.

 

Innanzitutto usiamo un ritmo non troppo rapido, che porta a scarsa comprensione da parte di chi ci ascolta e a grande dispendio vocale di chi parla (la respirazione sarà veloce e alto toracica, e i tempi di recupero muscolare saranno scarsi).

 

Rispettiamo i turni, a volte resi difficili dai lievi ritardi causati da piccoli difetti nella trasmissione dei dati (che peggiorano con connessioni di rete non adeguate). Un po' di pazienza faciliterà l'alternanza tra chi parla e chi ascolta.

 

Abbassano il costo vocale anche una buona articolazione (pronunciamo chiaramente quello che diciamo) e una postura adeguata (non estendiamo il capo, sediamoci su una sedia, non accavalliamo le gambe).

 

Umidifichiamo l’ambiente e idratiamoci bevendo molto, evitando bevande calde mentre parliamo a lungo.

 

La sessione di videoconferenza o videochiamata non sia il primo parlato “a freddo” della giornata”: alziamoci per tempo e parliamo a voce tranquilla qualche minuto prima di iniziare, o facciamo qualche semplice esercizio di attivazione e riscaldamento vocale, così da partire adeguatamente riscaldati.

 

 

 

Per saperne di più, puoi approfondire con l’articolo "Salute vocale e buona comunicazione in videochiamata"

 

 

 

 

 

Photo: freeimages.com

 

 ©Fabiana Nisoli, 16/04/2020 (Giornata Mondiale della Voce)